
Autore: Banca Widiba
Data di pubblicazione: 06 ottobre 2025
Crescita o valore? Titoli growth e value nella pianificazione finanziaria
In un contesto finanziario segnato da cicli economici mutevoli e da mercati sempre più complessi, la capacità di distinguere tra titoli growth e titoli value diventa cruciale per comprendere le dinamiche di creazione del valore nel tempo. Queste due approcci di investimento distinti ma complementari, riflettono modalità differenti di interpretare la crescita, la solidità e il potenziale di rendimento delle imprese. La loro combinazione, se ben bilanciata, può contribuire a rendere più resiliente qualsiasi strategia di investimento, preservando equilibrio e prospettive di lungo periodo. Vediamo come.
L’identikit dei titoli growth
I titoli growth sono azioni di società caratterizzate da un potenziale di crescita degli utili e dei ricavi significativamente superiore alla media del mercato. Queste aziende, spesso operanti in settori come tecnologia o biotecnologie, reinvestono i profitti per sostenere l’espansione, perciò distribuiscono raramente dividendi. Il loro valore attuale è largamente influenzato dalle aspettative sui flussi di cassa futuri e dalle prospettive di mercato, il che le rende particolarmente volatili e sensibili alle variazioni dei tassi d’interesse. Questa tipologia di titolo tende a sovraperformare durante fasi di espansione economica, quando la fiducia degli investitori è elevata. Tra i protagonisti recenti dei titoli growth spiccano le cosiddette “Magnificent Seven”, aziende che hanno dominato i mercati grazie al boom della digitalizzazione e dell’intelligenza artificiale e alle forti prospettive di crescita e alle spiccate performance tecnologiche.
…e quello dei titoli value
I titoli value sono azioni di aziende che appaiono sottovalutate rispetto al loro valore intrinseco, secondo l’analisi fondamentale. Caratteristiche distintive includono multipli di valutazione contenuti, come un rapporto prezzo-utili o prezzo-patrimonio inferiori alla media, insieme a flussi di cassa costanti e un buon potenziale di distribuzione di dividendi. Questa metodologia si basa su principi storici formulati da Benjamin Graham e David Dodd e sviluppati da Warren Buffett, che ha sintetizzato il concetto con la sua celebre espressione “il prezzo è quello che paghi, il valore è quello che ottieni”. I titoli value offrono una performance più stabile, soprattutto durante periodi di incertezza economica o inflazione, e spesso agiscono da ancoraggio per i portafogli. Berkshire Hathaway (la holding di Warren Buffett), J.P. Morgan nel banking, Coca-Cola nei beni di consumo, Exxon nell'energia sono esempi di titoli value, grazie ai loro bilanci robusti e al modello di business maturo e costante.
Le principali diversità…
La principale differenza tra titoli growth e value è riconoscibile nelle aspettative di crescita e nella logica di valutazione. I primi puntano su prospettive future ambiziose, anche se a fronte di una valutazione attuale elevata, mentre i secondi si basano su valutazioni prudenziali e su un margine di sicurezza rispetto al valore intrinseco. La volatilità è un altro elemento distintivo: i titoli growth sono generalmente più sensibili ai cambiamenti del sentiment di mercato e dei tassi d’interesse, mentre i value tendono a mostrare maggiore stabilità.
…e come impiegarle al meglio
Storicamente, i periodi di sovra performance tra growth e value si alternano come una sorta di ciclo. Negli anni Novanta, durante il boom delle dot-com, i titoli growth hanno dominato la scena, mentre nei primi anni Duemila i value hanno avuto la meglio grazie a una maggiore attenzione ai dividendi e alle valutazioni ragionevoli. Anche nel 2025 si osserva un rinnovato interesse verso i titoli value, favorita da tassi d’interesse elevati, inflazione e incertezza geopolitica. In questa prospettiva, un approccio che includa sia growth sia value permette di catturare opportunità nei vari contesti di mercato, migliorando la resilienza del portafoglio.
Growth e value: come inserirli in portafoglio
Nella costruzione di portafogli destinati a soddisfare obiettivi diversificati — come crescita, reddito e protezione — l’integrazione di titoli growth e value si rivela spesso strategica. I titoli growth possono essere impiegati per obiettivi di accumulo di capitale, soprattutto se il cliente ha un orizzonte temporale lungo e un’elevata tolleranza al rischio. Al contrario, i titoli value sono più adatti per clienti che prediligono la stabilità, il flusso di reddito e un approccio più difensivo. Si considera preferibile un’allocazione tra i due stili che sia dinamica, che sappia così adeguarsi ai cambiamenti dei cicli economici, dei tassi e dell’inflazione. Lo scenario attuale — con la crescente rilevanza dei value che riconquistano terreno rispetto alla lunga fase dominata dai growth — incoraggia una politica d’investimento tattica ma fondata su solide basi fondamentali.
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